TUTTI I VINCITORI DELLA TERZA EDIZIONE
BEST FILM
The Hidden Tremor – Leo Cannone
BEST DOCUMENTARY
I am an American – Giovanni Abitante
BEST MUSIC VIDEO
Love Is A Dog From Hell – Wenkai Wang
VISIONARY AWARD
The Dimensionaires: Prelude to Abraxas – Pat Tremblay
EMOTIONAL AWARD
Anima – Alfred Matthew Hernandez
PHOTOGRAPHY AWARD
HAZE – LIN CHIEN
ETHICAL AWARD
Alas de Papel – Amaru Zeas Siguenza
LIVE ACTION AWARD
The Threshold – Jacek Kadaj
CINEMATIC SINGULARITY AWARD
MANIC: The noise we called salvation – JEONGUNG JO
SCREENWRITING AWARD
The Story of Water – Rodrigo Glenn
PREDICTION AWARD
The Mars Novella – Carmen Gloria Pérez
ANIMATION AWARD
The Star Shepherd – Xuan Li
EXPERIMENTAL ARTIST
Dark, Light, Yellow – Fran Gas
32nd August – Yunbin AN
Ying’e
YU Enjian
Ratvertising
Blanca De Frutos
A Feather and A Prayer
Mathery
Armed Peace
Gabriele Donati
Algoritmo-Leggero
Andrea De Luca
On Her Shelf
Federica Rodella
Harmonia
Robin Michel Coops
SCHOOL AWARD:
Kill The Bedfords
O-T Fagbenle
Ancient Works
Piergiorgio Montrucchio
Editorial
Riccardo Fusetti
LINEE GUIDA PER L’ASSEGNAZIONE DEI PREMI
Un caloroso benvenuto al pubblico e a tutti voi, artisti, innovatori, esploratori del linguaggio audiovisivo e dei sistemi informatici che avete reso possibile questa quarta edizione del Burano AI Film Festival.
È stato per me un privilegio presiedere una giuria composta da figure eccezionali come Luca Magnoni e Maria Grazia Mattei, Graziano Pallotta, Sebastiano Vitale e Roberto Malini professionisti di raro talento che hanno contribuito a forgiare i settori della comunicazione, arte e suono oltre che, naturalmente, tecnologia e innovazione.
Nel valutare i progetti candidati, ciascuno di noi ha portato al festival prospettive differenti e sensibilità specifiche. È stata proprio questa eterogeneità a rendere le votazioni orizzontali e democratiche. Nel rispetto delle categorie e dei premi assegnati, infatti, c’è chi ha privilegiato la dimensione professionale, chi la spendibilità delle opere nel mercato mainstream; chi ha dato centralità alla creatività e al modo innovativo di raccontare; chi ha focalizzato l’attenzione sull’emergente, quella voce nuova che sa essere originale proprio perché libera da convenzioni. E chi ha difeso il contenuto sopra ogni cosa, il messaggio oltre la forma.
Dunque i criteri sono stati molteplici, spesso incrociati, e nonostante la diversità degli approcci, ci siamo trovati d’accordo quasi sempre. Soprattutto su un punto: il film che avrebbe dovuto vincere questo festival doveva racchiudere tutte le caratteristiche che ognuno di noi riteneva fondamentali, doveva essere, in una parola, completo.
Nonostante il confronto sia stato ricco e articolato, a conferma dell’elevata qualità delle opere in concorso, la decisione finale è stata unanime. Nessun dubbio su chi meritasse la vittoria: The Hidden Tremor, opera francese di Léo Cannone. Un cortometraggio di straordinaria sensibilità che ha saputo unire continuità narrativa e visione che cattura lo sguardo e lo trascina in un mondo fatto di energie e suoni che alterano la realtà, fino a renderla metafisica. Sequenze che proiettano lo spettatore, con disarmante naturalezza, in uno spazio di quiete, trasformazione e evoluzione. Di tempo. In The Hidden Tremor si manifesta un paradosso, quello di una natura accelerata eppure percepita a rallentatore dove, il non-umano si rivela con chiarezza ipnotica. L’acustica e il visivo si fondono in un’armonia continua e l’intelligenza artificiale, usata con sobrietà e equilibrio, si dissolve nel linguaggio stesso dell’opera, divenendo puro strumento al servizio della struttura filmica.
Accanto al primo vincitore, tante altre di qualità simile hanno trovato riconoscimento: The Mars Novella di Carmen Gloria Pérez (Prediction Award), Love Is A Dog From Hell di Wenkai Wang (Music Video), Dark, Light, Yellow di Fran Gas (Experimental Artist), e il meraviglioso The Star Shepherd di Xuan Li (Animation Award), un piccolo gioiello in cui l’animazione, pur realizzata con un livello elevatissimo di espressione tecnologica, richiama la tecnica del passo uno, con personaggi e scenari visualizzati come fossero stati creati a mano con materiali naturali e artigianali. Chiudono la rosa dei premiati The Stories Water di Rodrigo Glenn (Screen Writing), MANIC: The noise we called salvation di Jeongung Jo (Cinematic Singularity Award), e Alas de Papel di Amaru Zeas Siguenza (Ethical Award).
All’edizione BAIFF 2025 sono stati assegnati anche premi speciali, creati per valorizzare opere che si sono avvicinate alla vittoria ma che, per ragioni tecniche o per assenza di concordanza con le categorie dei premi disponibili, meritavano uno spazio dedicato:
• Ying’e di Yu Enjian, per aver portato nel mondo dell’innovazione tecnologica dell’AI un’opera che rispetta e valorizza la grande tradizione dell’animazione cinese.
• Ratvertising di Blanca de Frutos, per il concept, l’originalità e un messaggio profondamente contemporaneo.
• A Feather and a Prayer di Erika Zorzi e Matteo Sangalli, per essere riusciti a narrare l’opera con uno stile visivo univoco e consistente nell’arco dell’intera animazione, rimanendo coerente con il contenuto.
• Armed Peace di Gabriele Donati, per l’originalità di aver messo una produzione integralmente realizzata in AI al servizio di valori sociali.
• On Her Self di Federica Rodella, per la narrativa poetica e il prezioso raggiungimento di valori particolarmente significativi nell’opera prima di un’interessante autrice e regista.
Viviamo un’epoca di profonda trasformazione del linguaggio, che solleva domande cruciali. Chi racconta? Chi crea? Dove risiede l’autorialità quando lo strumento diventa così potente da sembrare autonomo?
La risposta che questo festival promuove riguarda proprio il ruolo dell’autore. L’intelligenza artificiale è uno strumento in grado di ampliare le possibilità espressive, rendere visibile ciò che prima era solo immaginato, accelerare la traduzione dal pensiero verso un’espressione accessibile, ma l’intenzione, la scelta, la visione e l’impellenza del raccontare, sono qualità umane e i progetti candidati e vincitori del BAIFF 2025 sono esempi significativi di come, ancora una volta, la tecnologia possa essere impiegata come strumento al servizio di una volontà espressiva che nasce e resta nell’artista. Una direzione di ricerca che tocca il modo in cui immaginiamo la cultura del futuro e la crescita delle nostre società, senza rinunciare all’autorialità, alla qualità personale e, naturalmente, all’umanità.
Un ringraziamento speciale al BAIFF 2025 e ai suoi rappresentanti: il Presidente Andrea Seno, il Vicepresidente Marco Nardin, il Direttore Giovanni Balletta, la Direttrice artistica Hanna Rudak, il Responsabile delle relazioni istituzionali Giovanni Selvatico e il team di coordinamento guidato da Piergiorgio Baroldi. Professionisti eccezionali, al servizio di un festival che coniuga i valori del cinema tradizionale con le nuove potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale, stimolando una profonda ricerca di innovazione, comunicazione e originalità.
Grazie a tutti gli autori per le emozioni e le prospettive che ci hanno trasmesso partecipando al BAIFF 2025.
Dario Picciau
Presidente Giuria BAIFF 2025